A single Man House 

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“Il disegno di questa casa ubicata in via Margutta, una delle strade più affascinanti del centro storico di Roma, aveva l’obbiettivo dell’originalità sia nella creazione dello spazio che del suo utilizzo.” Scopriamo di più attraverso le parole dell’architetto.

Può parlarci del progetto? Quale è stata l’ispirazione che ha guidato il design?
Il cliente mi chiesto di realizzare un luogo molto diverso da un’abitazione funzionale destinata ad una famiglia. Il progetto è infatti mirato alla creazione di uno spazio originale, ritagliato come un abito sulle esigenze del proprietario. Mi è venuto in mente il film di Tom Ford “A single Man” e in effetti molte sono le aderenze con l’atmosfera di quella casa.

Lo spazio si presentava già in principio in modo originale, con un’altezza interna doppia, pari a 6 metri circa, proprio perché veniva usato come studio di artista, tipologia di locale piuttosto ricorrente in questa via.

Gran parte del progetto ha puntato a configurare una nuova immagine degli interni, eliminando la vecchia scala in legno e prevedendo una nuova scala-passerella in ferro naturale che disimpegna i due piani, progettata nell’ottica della leggerezza e dell’eliminazione delle strutture di sostegno. Il sistema, infatti, è autoportante e presenta una resistenza per forma, con punti di ancoraggio alla parete, ottenuti attraverso il prolungamento di alcune alzate fino all’incastro nascosto nella muratura. Con questo accorgimento la scala appare di fatto sospesa e staccata dalla parete di bordo. Quest’ultima contiene una libreria a doppia altezza, disegnata sulle base delle proporzioni auree in omaggio al lavoro di Shirō Kuramata. Anche qui non è presente nessuna struttura di sostegno visibile, la resistenza è stata ottenuta grazie all’interposizione di un’alzata che dividere la passerella.

Al piano superiore si trova lo spazio privato con un importante bagno turco, che si presenta come un fondale della zona destinata al guardaroba.

Tutto è trasparente: gli armadi illuminati, le divisioni tra zona armadio e bagno e anche la definizione del bagno turco rispetto al bagno stesso. Per questo motivo è stato attribuito un ruolo importante alle pareti fondali.

Un’altra difficoltà nel rendere funzionale lo spazio riguardava la presenza di un tetto in legno a vista, per il quale abbiamo adottato sofisticati accorgimenti per renderlo necessariamente isolato dal vapore.

Questo piano non ha finestre verso l’esterno, ho scelto, anche per questo, di enfatizzare un’apertura importante, una sorta di affaccio verso lo spazio a doppia altezza del piano inferiore, che per caratteristiche geometriche (piccola superficie rispetto all’altezza) abbiamo chiamato fin da subito “campanile”.

Il “campanile” è uno spazio intimo dedicato a sala di lettura e sala musica. Il tema della musica ricorre spesso nei miei progetti, soprattutto ogni qualvolta che il cliente mostra una certa sensibilità e conoscenza che possa portare ad un’ineguagliabile dotazione di confort degli ambienti residenziali.

Nel caso specifico, la casa, oltre ad ospitare un bellissimo pianoforte, desiderio del cliente fin dal primo incontro, è dotata di tre raffinatissimi impianti Linn per l’ascolto della musica!

Cosa l’ha spinta a scegliere questi prodotti Salvatori?
Ho sempre utilizzato i prodotti di Salvatori nei miei progetti. In questo caso, in particolare, ho cercato di indirizzare il cliente verso le soluzioni e l’immagine di Salvatori anche quando in origine la sua intenzione era quella utilizzare superfici lapidee ricche e fortemente venate. Non era proprio il mio stile!

La scelta è ricaduta sul rivestimento in Gris du Marais® alternando la finitura levigata al Lithoverde®. Ho sempre apprezzato la ricerca di Salvatori verso la creazione di un prodotto ricco e sofisticato a partire da materiali non necessariamente rari. Questo mi è sempre piaciuto, così come la struttura tridimensionale dei rivestimenti, piuttosto che l’opulenza della venatura e dei riflessi.

Perché avete scelto di lavorare con Salvatori?
Era necessario ottenere un effetto di eleganza senza tempo e adottare delle soluzioni non standard. Per esempio, le misure del lavabo Stiletto in Gris du Marais® sono importanti (circa 2 metri) e inoltre una parte del lavello buca la parete del bagno turco per diventare un comodo appoggio nella doccia. Questa soluzione ha richiesto una notevole attenzione in ambito produttivo, così come la parete divisoria del piano inferiore, che nasconde il bagno ospiti, ha richiesto una lavorazione molto delicata.

Non si voleva una porta o un’evidente apertura, e quindi, è stata realizzata una porta pivot su cui poter collocare il rivestimento Spaghetti in Silk Georgette®. E l’effetto grafico della parete con la rigatura verticale è una delle cose più belle della casa.

Com’è stato lavorare con Salvatori?
Direi che questo è insito in quanto detto prima. Massima attenzione finalizzata ad ottenere soluzioni richieste dal progetto, non standardizzate e in qualche caso “incoscientemente” complicate. A lavoro finito nessuna complicazione appare evidente però! Di questo sono molto contento.

Il cliente è rimasto soddisfatto?
Certamente!

Ed infine una domanda un po’ fuori tema… Per noi di Salvatori c’è un forte legame fra il design e la musica. Vuole condividere con noi le sue 10 canzoni preferite che l’aiutano a prendere l’ispirazione quando disegna e progetta?
Come ho già accennato, anche io ho un forte legame con la musica. Da sempre è una certezza della mia ricerca progettuale ma anche un’importante compagna della sfera privata.  Nella musica spazio molto ma ci sono delle costanti per me, comunque senza un ordine preciso:

  • Joni Mitchell tutta, proprio tutta, la produzione, ma in testa “A Case of you”
  • Lucio Battisti (come sopra) e in particolare “Vento nel vento”
  • Afterhours “Padania”
  • Vasco Rossi “Gli angeli”
  • Sigur Ros “Hoppìpolla”
  • Radiohead “Creep”
  • Placebo “Too many friends”
  • Paul Weller “You do something to me”
  • Mia Martini “E non finisce mica il cielo”
  • Lucio Dalla “Tu parlavi una lingua meravigliosa"

Architetto: Enzo Di Claudio (studio MarguttArchitetture)
Fotografo: studio Carbonelli-Seganti

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