La sostenibilità: il nuovo lato del design
Fedele al DNA concepito dal patron Gabriele Salvatori, la nostra azienda vive la sostenibilità con lo sguardo volto a soluzioni rivoluzionarie
La sostenibilità come approccio e non attributo del design
Cosa significa esattamente essere sostenibili? Questo aggettivo è sulla bocca di tutti come compito e filosofia necessari per aiutare il nostro pianeta a essere più sano e vivibile, ma in concreto cosa comporta?
La nostra azienda è da sempre portavoce del volere del CEO, Gabriele Salvatori, che ha voluto rendere la sua creatura un faro ideologico non solo costantemente al passo coi tempi, ma addirittura avanti.
Vediamo dunque come una delle nostre creazioni, Lithoverde®, abbia rivoluzionato il nostro settore e come questa sia uno dei molti altri esempi della nostra spinta a guardare sempre avanti, realizzando soluzioni che non c’erano e cercando risposte che, se raggiunte, faranno sorridere tutti.
Lithoverde®: nuova vita alla materia prima
Si potrebbe dire che il numero che caratterizza Lithoverde® è quello che identifica la nostra missione sostenibile: 99. Questa è infatti la percentuale rappresentata dal materiale di scarto che costituisce questa rivoluzionaria creazione, prima finitura al mondo a essere realizzata in tal modo. Un numero che rappresenta perfettamente la nostra missione verso la sostenibilità, sempre pronta a migliorarsi e che ci ha portato, oggi, ad avere più di 30 brevetti e modelli registrati.
Nel 2010 ci siamo chiesti come dare nuova vita alla materia prima che rimaneva inutilizzata, donandole il destino che meritava. Il nostro CEO Gabriele Salvatori ha iniziato a sperimentare, pensando a come ritagliare e assemblare i vari pezzi di pietra, ed è così che è iniziata la vita di Lithoverde®. Negli anni, abbiamo ricevuto molto riconoscimenti e premi per l’innovazione che questa texture porta con sé.
Lithoverde® infatti è la prima finitura in pietra al mondo ad aver ottenuto il massimo punteggio della scala Leed, che valuta l’ecosostenibilità dei prodotti, e di conseguenza degli edifici che con essi vengono realizzati. Ma non solo: le sue caratteristiche hanno permesso, con l’impegno in prima persona di Gabriele Salvatori, di modificare e rinnovare i parametri che l’U.S. Green Building Council utilizzava per valutare, appunto in scala Leed, i prodotti in pietra naturale.
Una nuova valutazione a tutto tondo, che misura e valuta la sostenibilità dell’azienda e del prodotto in tutto il suo percorso. Lithoverde® ha cambiato per sempre il nostro modo di fare azienda, maturando ancora di più il desiderio di rendere tutta la nostra produzione il più possibile amica del pianeta.
Essere sostenibili, però, non significa solo dare nuova vita alla materia prima inutilizzata; significa anche creare sostenibilità, creare nuove soluzioni, non accontentandosi di quelle che già ci sono. Vediamo più nello specifico cosa significa, questo concetto, per la nostra azienda.
Saper leggere (e scrivere) il futuro
Le nuove soluzioni nascono, come abbiamo visto anche con Lithoverde®, dallo spirito di osservazione. Un particolare viaggio, infatti, è stato un altro fondamentale punto di svolta per noi: assieme al figlio Gianmarco, Gabriele era in Egitto a visitare le incredibilmente affascinanti terre del Nilo. Aree dallo charme eterno, ma non prive di problemi: impossibile non notare, infatti, la grande quantità di buste di plastica galleggianti nel fiume, che inquinavano irreparabilmente una delle più importanti arterie della Terra. Da qui, si è ulteriormente rafforzata la convinzione che ogni azienda ha il compito di assumersi delle responsabilità ben specifiche: impegnandosi infatti a eliminare gli elementi non biodegradabili dagli imballaggi, la presenza di quest’ultimi nel fiume e nell’ambiente non costituirebbe una seria minaccia per l’ecosistema.
Naturalmente l’idea non basta, è necessaria una concreta ricerca alla soluzione: da quel giorno Gabriele Salvatori si è impegnato a trovare il modo di eliminare il più possibile, da tutto il sistema di produzione, ogni agente dannoso all’ambiente e/o non smaltibile in maniera sostenibile. Ad esempio, il materiale principe dell’imballaggio industriale, il polistirolo, incide enormemente sull’inquinamento ambientale. Esso rappresenta una sfida non da poco, tanto che ad oggi è impossibile eliminarlo completamente dalle esigenze aziendali: le sue caratteristiche sono insostituibili per un trasporto corretto e sicuro dei materiali che servono alla nostra azienda. Questa però rimane una risposta che non può lasciare soddisfatti ed ecco quindi che, laddove possibile, il polistirolo è stato sostituito, tanto che il 40% dei prodotti Salvatori viene attualmente imballato con un sistema di carta e cartone riciclati.
Non solo: il nostro staff di ricerca e sviluppo è in costante monitoraggio delle innovazioni più interessanti e affini alla nostra filosofia e collabora inoltre con la Normale di Pisa su progetti di packaging edibili, vale a dire realizzati senza alcun tipo di sostanza chimica, ma solo di elementi esistenti in natura, prendendo spunto dalle soluzioni trovate nel settore alimentare animale. Si tratterrebbe di un’autentica rivoluzione, il punto di una nuova alba per il settore industriale, in termini di impatto ambientale correlato al packaging. Una conferma di quanto il rispetto per l’ambiente sia nel DNA Salvatori.