Intervista a John Pawson per il lancio di Omphalos Coffee Table
Straordinariamente ampio, incredibilmente leggero. Omphalos è un coffee table fuori dal comune: scopriamo com’è nato dalle parole del designer, John Pawson
Vi presentiamo Omphalos, il nuovo coffee table disegnato da John Pawson
Omphalos, il nome dell’ultima opera di design di John Pawson per Salvatori, è un nome magnetico e suggestivo, che veste bene un coffee table in pietra naturale dal design fuori dal comune.
Per spiegare l’origine di questo nome, dobbiamo fare un salto nel passato. Narra la leggenda che Zeus, per definire quale fosse il centro del mondo, liberò due aquile, una per ciascuna estremità del mondo. I due maestosi animali volarono l’uno verso l’altro, a pari velocità, e si incrociarono sopra i cieli di Delfi, che da quel momento in poi diventò per i greci l’ombelico del mondo, il suo omphalos, commemorato da una pietra sacrale con il medesimo nome.
Ecco che il nuovo coffee table ripropone, in scala, lo stesso senso di centralità, con l’obiettivo di convogliare su di sé l’attenzione in maniera naturale e spontanea. E riesce a farlo grazie alle sue linee pulite, alle dimensioni straordinarie e ai toni chiari del piano disponibile nelle declinazioni del Bianco Carrara e Crema d’Orcia, con effetto levigato. Il risultato è un connubio fra la materialità della pietra naturale e un senso di eleganza essenziale che si ritrova spesso nei nostri prodotti, e che qui raggiunge l’apice.
Ma chiediamo qualche informazione in più direttamente al designer, John Pawson.
Come ha trovato l’ispirazione per questo coffee table?
All’inizio è stata l’idea del cerchio ad attirare la mia attenzione. È più comune trovare coffee table di forma rettangolare o quadrata, ma volevo usare un formato che rappresentasse intrinsecamente il concetto di ritrovo. La forma circolare trasforma immediatamente il tavolo in un centro gravitazionale spontaneo per l’ambiente.
Questo modello si chiama Omphalos, un nome evocativo. Come l’ha scelto?
Omphalos riprende il termine greco che indica l’ombelico e rappresenta il centro dell’attività. Mi piace le connotazioni che attribuisce all’arredo, come se ricoprisse il ruolo di fulcro o snodo – un luogo intorno a cui si vive la propria vita.
Qual è stata la più grande sfida nel realizzare Omphalos e come l’ha superata?
La vera sfida è stata fare in modo che la pietra naturale – che è pesante visivamente, oltre che fisicamente – sembrasse fluttuare nell’aria. Arrotondare i bordi del piano del tavolo ha contribuito ad alleggerire il peso percepito.
Quali sono i principali vantaggi tecnici ed espressivi nel lavorare la pietra naturale?
Preferisco lavorare con materiali naturali. La pietra che abbiamo scelto associa la resistenza a sottili variazioni di texture e colore che arricchiscono l’arredo senza distrarre dalla sua semplicità.
Le tue opere spesso trasmettono dei valori. Cosa vorrebbe che portasse Omphalos nelle case?
Alla fin fine, tutte le mie opere vogliono esprimere il valore della semplicità. Il tavolo Omphalos riduce la funzionalità e l’estetica all’essenza, e porta con sé il rigore necessario a strappare via tutto ciò che è superfluo; questo dona un’eco di tranquillità e ordine all’ambiente in cui viene posizionato.