La texture ‘Lost Stones’, è l’ulteriore conferma della capacità dell’architetto milanese Piero Lissoni di valorizzare il lusso. La texture nasce grazie alla tecnica Kintsugi, antica arte giapponese il cui nome letteralmente significa “riparare con l’oro” applicata generalmente alla ceramica.
Nel nostro caso, viene applicata a frammenti di lastre in marmo altrimenti inutilizzate.
Attraverso le parole di Gabriele Salvatori, come è nata l’idea di Lost Stones
” L’idea è figlia di un processo di maturazione che ha richiesto diversi anni. Dobbiamo andare indietro nel tempo di qualche anno, quando Piero Lissoni mi chiese se potessi fargli dei pavimenti ‘sciupacchiati’ usando dei “marmacci” (cosi li chiamò lui ndr) vecchi.”
Anni dopo…
“Mi metto alla ricerca nel mio deposito e trovo alcune lastre di marmo vecchissime. Chiamo subito Piero e gli spiego che si tratta di rimasugli, in alcuni casi anche in quantità molto molto piccole e spesso e volentieri anche rotte.
Piero, che ha una velocità incredibile nel capire le cose, si innamora del progetto e mi fa da cassa di risonanza dicendomi subito che se sono rotte le aggiustiamo come fanno i giapponesi (appunto con la tecnica del kintsugi ndr) e che se i quantitativi non sono grandi non importa. Useremo al meglio quello che abbiamo.
Le chiameremo Pietre Perdute! Così mi disse e mi fece sorridere.
Da li siamo partiti a cercare marmi in ogni deposito possibile e immaginabile. Abbiamo trovato rimasugli dello stesso marmo usato da Mies Van der Rohe nel Barcelona Pavillion, alcuni blocchi dello stesso marmo usato nella cattedrale di Notre Dame, o poche lastre di un altro marmo usato nella basilica di S. Pietro nel 500. Dopo che è finito il quantitativo non ce n’è più e quindi ti porti a casa un pezzo di storia. Ecco, questa si che è pura poesia.”